Gli Equipe 84 sono una delle band italiane più influenti degli anni ’60 e ’70 e hanno prodotto diverse canzoni famose.
Tra queste c’è sicuramente “29 Settembre” (1967). Scritta da Mogol e Lucio Battisti, il brano ha segnato una svolta nella musica pop italiana, per il suo stile narrativo innovativo e per l’uso di elementi sonori che riflettevano le influenze della musica beat e psichedelica. La trama racconta la storia di un tradimento amoroso avvenuto il 29 settembre.
Il video musicale mostra gli Equipe 84 che si esibiscono in un bar sulla riva del laghetto dell’Eur (Roma) ed è tratto dal film “I ragazzi di Bandiera Gialla” diretto da Mariano Laurenti.
Si tratta di un film musicale che ruota attorno alla musica beat e al fenomeno delle band emergenti dell’epoca. La pellicola presenta diverse esibizioni dal vivo di gruppi musicali italiani, tra cui proprio gli Equipe 84, all’apice della loro popolarità negli anni ’60.
Equipe 84: le 5 canzoni cover più famose
Molte delle canzoni degli Equipe 84 (soprattutto agli inizi della loro carriera) non sono originali ma cover, cioè reinterpretazioni di un brano musicale precedentemente registrato e pubblicato da un altro artista o band.
Spesso la gente considera negativamente le canzoni cover per mancanza di originalità e creatività. Tuttavia dobbiamo pensare che quando un artista esegue una cover, riprende la struttura musicale e il testo della canzone originale ma ci aggiunge il proprio stile, apporta modifiche al suono, al genere o all’interpretazione vocale.
Mettere mano ad un brano esistente, cercando di adattarlo ad un contesto diverso e al proprio stile può essere più difficile che creare un brano ex novo. Ecco perché a volte le cover raggiungono un successo addirittura maggiore rispetto alle canzoni originali. Negli anni ’60 poi il mercato musicale italiano stava esplodendo e le cover di canzoni straniere erano popolari.
Scopriamo ora le 5 canzoni cover più famose degli Equipe 84, cerchiamo di capire perché sono piaciute tanto al pubblico e in cosa consiste la reinterpretazione originale da parte della band italiana.
1. “Io ho in mente te” (1966)
“Io ho in mente te” è probabilmente una delle canzoni più conosciute del gruppo, una cover di un brano folck rock “You Were On My Mind” (1965) dei We Five, quintetto pop californiano.
In Italia, oltre alla versione degli Equipe 84, esce nello stesso anno una cover da parte del cantante Paul Anka.
La canzone degli Equipe 84 esplora temi universali come l’amore e la nostalgia e ha una melodia davvero orecchiabile. Inoltre è pubblicata in un periodo in cui la musica italiana sta vivendo un’evoluzione significativa. Gli Equipe 84 sono parte di un movimento che cerca di rinnovare il panorama musicale italiano e “Io ho in mente te” è simbolo di questo cambiamento.
Il video musicale con gli Equipe 84 riflette lo stile semplice e diretto dell’epoca. Le riprese mostrano la band in diverse situazioni che si muovono in città, interpretando vari ruoli: clochard, artisti di strada, uomini d’affari, negozianti di una boutique di moda.
2. “Bang Bang” (1966)
La canzone “Bang Bang – My Baby Shot Me Down” è originariamente scritta da Sonny Bono e cantata da Cher nel 1966.
Lo stesso anno anche Nancy Sinatra pubblica la propria versione di Bang Bang nell’album “How Does That Grab You?”. Nell”introduzione sentiamo il celebre tremolo di chitarra di Billy Strange. Nel 2003 Quentin Tarantino inserisce questa versione nella colonna sonora del film Kill Bill: Volume 1.
La versione italiana del brano, intitolata sempre “Bang Bang”, esce nello stesso anno, il 1966. Il testo della versione italiana è scritto da Franco Migliacci e la suonano e cantano gli Equipe 84. Il video musicale mostra gli Equipe 84 nelle vesti di cowboy in una cittadina del Far West completamente deserta. Con i membri della band c’è anche una bara, che sembra simboleggiare l’amore ormai morto e con la quale i musicisti giocano e si divertono.
La canzone “Bang Bang” ha ricevuto nel corso dei decenni una trentina di cover famose. Ma perché questa è piaciuta tanto? Sicuramente è geniale la tecnica di usare una parola onomatopeica, come “bang bang”, per esprimere un’emozione, un sentimento o una situazione. Si tratta di una forma di sinestesia letteraria e di metafora onomatopeica. In pratica una parola viene utilizzata per evocare un’immagine sonora che simboleggia una sensazione o un’emozione. In questo caso il “bang” suggerisce l’impatto violento di un colpo, metaforicamente applicato ad un’emozione come la rottura del cuore o la fine di una relazione. Esprime dunque il dolore improvviso e violento di una delusione amorosa.
La melodia e il testo di “Bang Bang” si prestano a reinterpretazioni in vari generi musicali. Artisti di diversi stili, dal pop al rock, hanno trovato il modo di far propria la canzone, portando a numerose cover nel corso degli anni. La canzone è stata utilizzata in film, serie TV e pubblicità, aumentando la sua visibilità e attrattiva per nuove generazioni di ascoltatori. Il brano cattura un profondo senso di tristezza e vulnerabilità, temi universali che risuonano con molti ascoltatori.
3. “Nel ristorante di Alice” (1968)
La canzone “Il ristorante di Alice” degli Equipe 84 è un adattamento italiano del brano “Alice’s Restaurant” di Arlo Guthrie, pubblicato nel 1967. La versione originale di Guthrie è una canzone molto diversa, di genere folk satirica. Si configura come un monologo che racconta in modo ironico una serie di eventi legati alla guerra del Vietnam e al sistema giudiziario americano. Il suo stile ricalcava quello di Bob Dylan. Quindi la connessione con la musica di protesta ha colpito il pubblico italiano, sempre più attento a temi sociali e politici.
L’adattamento italiano, scritto da Ricky Gianco, Mogol, Gian Pieretti, cambia molto lo stile, la musica e i contenuti per adattarli al contesto italiano e alle sonorità degli Equipe 84. Tuttavia rimane in linea con l’originale di Guthrie, affrontando temi di ribellione e critica verso l’autorità e le convenzioni sociali, sebbene con un tono più leggero.
4. “Un Angelo blu” (1968)
“Un angelo blu” degli Equipe 84 è una cover di “I Can’t Let Maggie Go” del gruppo inglese Honeybus. La canzone è stata reinterpretata in italiano, mantenendo la melodia originale ma adattando il testo per renderlo accessibile al pubblico del nostro Paese.
Questa canzone ha avuto un grande successo per diversi motivi. La melodia della canzone originaria “I Can’t Let Maggie Go” è molto orecchiabile e coinvolgente, il che la rendeva facilmente memorabile e cantabile.
Il testo italiano, scritto in modo poetico ed evocativo, ha saputo toccare le corde emotive del pubblico, parlando di temi come l’amore e la nostalgia. “Un angelo blu” ha colto lo spirito del tempo, diventando un classico della musica italiana.
5. “Tutta mia la città” (1969)
Anche “Tutta mia la città” degli Equipe 84 è una cover: il brano originale è “Blackberry Way” dei The Move. Il video musicale mostra gli Equipe 84 che si esibiscono in una trasmissione televisiva. Questi video non avevano ancora la stessa produzione complessa dei video moderni ma rispecchiavano l’epoca e lo spirito creativo di quel tempo, concentrandosi su performance dal vivo e semplici scenografie.
Anche in questo caso il rifacimento di una canzone internazionale ha colpito nel segno. Inoltre i temi centrali della canzone sono la solitudine urbana e il senso di alienazione in una città apparentemente “tutta per sé”. Questi stati d’animo risuonavano fortemente con i giovani italiani degli anni ’60, che si trovavano a vivere cambiamenti sociali e culturali importanti. L’unione di un testo coinvolgente, una melodia orecchiabile e il contesto storico e culturale in cui è stata pubblicata ha fatto sì che “Tutta mia la città” diventasse un classico nella storia della musica italiana.